lunedì 9 maggio 2011

Plastik, macelleria in TV


Qualche sera fa mi sono inavvertitamente imbattuta in programma dal titolo Plastik, ultrabellezza (venerdì sera, Italia 1): sono rimasta letteralmente sconvolta. 

La presentatrice, Elena Santarelli, compare come una bambolina appena uscita dalla scatola e si muove in una gigantesca casa di Barbie, presentando e commentando servizi disgustosi che mostrano persone che ricorrono alla chirurgia estetica non solo per migliorare il loro aspetto fisico, ma per deformità inguardabili o, in altri casi, per fissazioni ai limiti della follia. Tra i casi deformi, in questa puntata c’era la “bambina sirena”, cioè nata con le gambe unite, una donna con la faccia "implosa" a causa di un colpo sparatole dal marito in pieno viso e una donna a cui il cane aveva completamente sbranato la faccia; tra i casi assurdi c’erano quelli di giovani donne e giovani uomini cinesi che, con l’obiettivo di “cambiare razza” e assomigliare il più possibile agli occidentali, si sottopongono sempre più di frequente in Cina a interventi che ingrandiscano gli occhi e il naso, modifichino la dentatura e, in alcuni casi, allunghino persino le gambe…  In una delle puntate precedenti, invece, tra i casi “folli” si era mostrato quello di una donna che si è sottoposta alla chirurgia estetica per assomigliare a un gatto…  

Il direttore di Italia 1, Luca Tiraboschi, a chi gli ha chiesto se fosse proprio il caso di mettere in onda questo genere di filmati in prima serata, ha risposto candidamente di sì, dicendo che il messaggio utile del programma è proprio quello di far vedere quando la chirurgia estetica aiuta a migliorare la propria vita e quando ne viene fatto, invece, un uso folle.  Questo lo autorizza a mostrare immagini che a me più di una volta hanno fatto venire veri conati di vomito, questo lo autorizza a far diventare delle sciagure umane fenomeni da baraccone,  questo lo autorizza a far entrare le videocamere nelle sale operatorie e a mostrare nei dettagli quello che succede sotto i ferri.  Forse, in realtà, nella scelta dei programmi il signor Tiraboschi se ne infischia dell’effetto che può fare al pubblico ciò che lui manda in onda, ma va semplicemente dietro all’odiens e, soprattutto, dietro a quel suo personale gusto per il macabro che ha fatto uscire dalla sua penna, qualche anno fa, un romanzo dal titolo Faccia di cuore, il cui protagonista, appunto, era uno deforme, un bambino costretto dai genitori a vivere chiuso in casa e, addirittura, a portare un’atroce maschera a forma di cuore sulla faccia.       

Ma Plastik, purtroppo, non è un romanzo, è un programma che mostra la realtà, o, meglio, mostra casi reali così al limite che fa passare gli interventi per rifarsi il seno, per ridurre la pancia o per stendersi le rughe, come interventi di normale routine.  E in questa direzione ci porta anche la presentatrice Barbie nella sua casa confettosa; la grafica del programma che mostra il busto perfetto di un manichino di donna, - dal seno al sedere, ovviamente, come se la faccia e tutto il resto in una donna non contassero, -;  e i montaggi veloci che commentano con tono giocoso e a tratti burlesco, quanti e quali “ritocchi” si siano fatti fare famosi personaggi dello spettacolo.   

E tuttavia, dopo aver visto questo programma, non se ne esce con la sensazione di aver visto le storie di persone in carne e ossa, ma di aver visitato dei macelli pubblici, in cui le persone macellate, però, erano uomini, donne e bambini…



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