Il 6 aprile è uscito in edicola il primo numero
della rivista “E”, lanciata da Gino Strada, il fondatore di Emergency, l’associazione
di volontari che dal 1994 rischiano in prima persona la vita, andando a curare
nelle zone di guerra chiunque ne abbia bisogno. In 16 anni di attività
Emergency ha curato 4 milioni di persone, spesso tra opposti schieramenti in
guerra, sempre ispirandosi ai principi di eguaglianza, qualità e gratuità delle
cure per tutti i feriti e ammalati.
Ho provato un certo orgoglio quando
ho visto che il condirettore, con Gianni Mura, è Maso Notarianni, già direttore
di Peace Reporter e un tempo mio straordinario insegnante di giornalismo…
Una rivista come questa proprio
mancava: si parla di ciò che succede nelle zone di guerra, ma si parla anche
della costruzione della pace, e si parla, senza censure e senza falsi
moralismi, dell’imbarbarimento culturale dell’Italia.
E poi, nell’ultima pagina, si trova
lo splendido manifesto che Emergency ha lanciato qualche mese fa. Si tratta di
parole che ciascuno di noi dovrebbe leggere e sottoscrivere quotidianamente.
“Crediamo nella eguaglianza di
tutti gli esseri umani a prescindere dalle opinioni, dal sesso, dalla
razza, dalla appartenenza etnica, politica, religiosa, dalla loro condizione
sociale ed economica.
Ripudiamo
la violenza, il terrorismo e la guerra come strumenti per risolvere le contese tra
gli uomini, i popoli e gli stati. Vogliamo
un mondo basato sulla giustizia sociale, sulla solidarietà, sul rispetto
reciproco, sul dialogo, su un’equa distribuzione delle risorse.
Vogliamo un mondo in cui i governi garantiscano l’eguaglianza
di base di tutti i membri della società, il diritto a cure mediche di elevata qualità e gratuite, il diritto a una istruzione pubblica
che sviluppi la persona umana e ne arricchisca le conoscenze, il diritto a una libera informazione.
Nel nostro Paese assistiamo invece, da molti anni, alla progressiva e
sistematica demolizione di ogni principio di convivenza civile. Una gravissima deriva di barbarie è davanti ai
nostri occhi.
In nome di “alleanze internazionali”, la classe politica italiana ha
scelto la guerra e l’aggressione di altri Paesi. In nome della “libertà”, la
classe politica italiana ha scelto la guerra contro i propri cittadini
costruendo un sistema di privilegi, basato sull’esclusione e sulla
discriminazione, un sistema di arrogante prevaricazione, di ordinaria
corruzione. In nome della “sicurezza”, la classe politica italiana ha scelto la
guerra contro chi è venuto in Italia per sopravvivere, incitando all’odio e al
razzismo.
E’ questa una democrazia? Solo perché include
tecniche elettorali di rappresentatività? Basta che in un Paese si voti perché
lo si possa definire democratico?
Noi consideriamo democratico un
sistema politico che lavori per il bene comune privilegiando nel proprio agire
i bisogni dei meno abbienti e dei gruppi sociali più deboli, per migliorarne le
condizioni di vita, perché si possa essere una società di cittadini.
E’ questo il mondo che vogliamo.
Per noi, per tutti noi. Un mondo di eguaglianza.
Emergency”
Nessun commento:
Posta un commento