Dalla Tunisia all’Egitto, dalla Siria
alla Libia, negli ultimi mesi abbiamo visto scendere in piazza milioni di
persone per manifestare e combattere per i propri diritti, per la libertà, per
la democrazia. E’ ammirevole il coraggio di chi sta sacrificando la propria
vita, spinto da una situazione politica e sociale diventata ormai insopportabile.
Eppure, anche qua in Europa,
dall’altra parte del Mediterraneo, ci sarebbe molto per cui manifestare. Se
ancora non siamo arrivati alle situazioni limite dell’Africa del Nord, assistiamo
ugualmente ogni giorno a una deriva politica, sociale e morale.
Nel gennaio 2011 dalla Francia si è
levato un grido che finalmente è arrivato anche in Italia: “Indignatevi!”.
E’
il titolo di un libricino di sole 32 pagine che in Francia ha avuto grande
successo e che finalmente è stato tradotto anche in Italia. L’autore è Stéphan Hessel, un
signore di 93 anni che di Resistenza ne sa parecchio: negli anni Quaranta aveva fatto parte del Consiglio
Nazionale della Resistenza in Francia e nel 1948 è stato tra coloro che hanno
redatto la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo nel 1948. Adesso che
potrebbe starsene comodamente in pantofole cullato dai ricordi del passato, il
suo spirito ribelle si leva indomito come quando era un ragazzo e lancia al
mondo un chiaro e incisivo appello a ribellarsi, “creare è resistere” e “il
motore della resistenza è l’indignazione”.
Queste
sono le sue parole: “Il motore della Resistenza era l’indignazione. Noi,
veterani dei movimenti di Resistenza e delle forze combattenti della Francia
libera, ci appelliamo alle nuove generazioni perché mantengano in vita e
tramandino l’eredità e gli ideali della Resistenza. Diciamo loro: ora tocca a
voi, indignatevi! […] Il mio augurio a
tutti voi, a ciascuno di voi, è che abbiate un motivo per indignarvi. E’
fondamentale. Quando qualcosa ci indigna, come a me ha indignato il nazismo,
allora diventiamo militanti, forti e impegnati. […] E’ vero, oggi le ragioni per
indignarsi possono sembrare meno nette, o il mondo troppo complesso. Chi
comanda? Chi decide? Non è sempre facile distinguere fra le tante correnti che
ci governano. Non abbiamo più a che fare con una piccola élite della quale
comprendiamo chiaramente gli intrighi. […] Ai
giovani io dico: cercate e troverete”.
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