mercoledì 3 agosto 2011

Protestare serve: rimosso il manifesto "Giallo Oro"


Qualche giorno fa è comparso per le strade di Bari il nuovo gigante manifesto pubblicitario di una catena di gioiellerie locali, la Giallo Oro. Mostrava tre pose ammiccanti di una ragazza seminuda marchiata con il bollino “Giallo Oro” con tanto di frase volgare “E tu dove glielo metteresti?”. 

E’ inaccettabile che il corpo di una donna debba essere esposto sui muri della città su un cartellone 3x6 associato a una frase pornografica.
Alcune donne del posto hanno avuto la prontezza di protestare, allertando le autorità baresi e contattando il sito Comunicazione di Genere, che da tempo sta lottando contro i manifesti sessisti di cui l’Italia è invasa. E’ così che dal web sono partite innumerevoli segnalazioni allo IAP, l’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria.
Nel giro di 24 ore il sindaco di Bari ha disposto la rimozione del manifesto.

Poi si è anche scoperto che la modella del manifesto è Barbara Montereale, una delle escort di Giovanni Tarantini, una delle ragazze che allietavano le serate di Berlusconi prima del “rubygate”.
E’ possibile doversi ritrovare le prostitute del presidente del consiglio non solo in televisione, non solo in parlamento, ma anche sui muri delle nostre città?
Sono liberissime di fare le prostitute loro, ma nel privato, senza contribuire a inondare pubblicamente la popolazione maschile di messaggi pornografici, che, nel vivere quotidiano, sono un vero e proprio incitamento allo stupro, perché suggerire continuamente l’idea che la donna è lì a disposizione fa pensare che tutte le donne siano davvero lì a propria disposizione e rende più difficile all’uomo accettare un no, rispetto al quale, come proprio a Bari è successo spesso, l’uomo ricorre alla violenza pur di ottenere quanto desidera.

Non parliamo poi dell’ennesima contraddizione della nostra società: secondo il discusso vademecum “antistupro” fatto distribuire dal sindaco Alemanno alle cittadine romane, la donna non può girare per le strade della città “scoperta” per non istigare alla violenza, mentre poi, sui muri delle stesse strade ci possono essere donne  nude e contornate di messaggi pornografici per far vendere un prodotto.

Per fortuna qualche volta protestare serve, e la Giallo Oro quell’ignobile manifesto se l’è messo nel cestino della spazzatura.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ottimo, tutto parte dalla denuncia, poi si passa all'azione. Il manifesto pubblicitario, degno di un pornografo, oltre ad essere trash è tristissimo anche per il fatto che allude alla messa in vendita del corpo della ragazza. Quindi, in un'epoca di iper-liberismo una donna viene intesa come merce tale e quale ad un braccialetto?
Trash, maschilista, voleva accalappiare clienti strizzando l'occhio (di triglia) a quanti si riconoscevano nel modello "me la prendo (anche comperandogli dei gioielli)" Sceeeeeeemi, sceeemi