lunedì 31 ottobre 2011

Di ritorno dal Feminist Blog Camp


Per quanto io abbia partecipato solo alla giornata centrale di sabato, devo dire che il Feminist Blog Camp mi ha davvero lasciata senza parole. Altissima è stata la partecipazione (non solo delle donne, ma anche da parte di alcuni uomini) e grande è stata la voglia di raccontarsi e scambiarsi le proprie esperienze di blogger che condividono la causa dellantisessimo e della lotta per una maggiore giustizia nei confronti delle donne italiane. 


Un intervento che mi ha fatto molto riflettere è stato quello di Enza Panebianco del collettivo Femminismo a Sud che ha parlato del caso Malafemmina. Si tratta di un blog che a marzo 2011 alcune ragazze di Femminismo a Sud (tra le quali lei) avevano aperto con lintenzione di dare vita al personaggio di  una donna precaria assolutamente fuori dagli schemi che rivendicasse la propria libertà di vivere il suo essere donna precaria fuori dai soliti stereotipi della trentenne disperata per il fatto che la sua precarietà non le permette di sposarsi e di fare un figlio. Malafemmina in poco tempo ha raccolto un alto consenso da parte di tutte quelle donne che in lei si rispecchiavano e ha anche attirato l'attenzione dei media, dai quotidiani Repubblica e Il fatto quotidiano al programma televisivo L'Infedele. Ora, a distanza di 7 mesi, Enza ha rivelato che Malafemmina non esiste come personaggio reale, ma che mette insieme le esperienze di alcune ragazze di Femminismo a Sud. Al di là del fatto che sia stata reale o no, tutti abbiamo convenuto che il successo di questo blog ci fa riflettere su come la gente oggi abbia bisogno più che mai di miti e di come una persona qualunque che racconta in modo autentico (sebbene in questo caso dietro uno pseudonimo si celassero le vite di più donne) la propria vita, le proprie difficoltà e le proprie sfide, possa diventare un mito forte tanto quanto quelli patinati, irraggiungibili, e molto meno autentici, che i media ci veicolano solitamente.         

Nonostante lItalia sia un paese allergico al cambiamento, il Camp ha rinnovato in me la fiducia che invece qualcosa di importante la possiamo davvero realizzare. Mi sembra ad esempio interessante la proposta fatta da Giorgia Vezzoli (Vitadastreghe) e Francesca Sanzo (Donne pensanti) di raccogliere tutti i blog che parlano delle donne e della rivoluzione femminile in atto in un unico portale che non disperda le energie delle singole blogger e che le aiuti a fare squadra. Il web, come ho detto spesso, è la piattaforma ideale per veicolare nuove, rivoluzionarie idee, e le donne lo hanno capito e stanno davvero imparando a usarlo.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

L'idea di Donne Pensanti, secondo me, ovviamente, è molto pericolosa. E' una pratica partitica di vecchia data che è sempre servita per annullarle le diverse espressioni. Sono molto perplessa che oggi si presenti una tale proposta...

Giovanna Lombardi ha detto...

Siamo in attesa di una proposta concreta, ma ovviamente la presenza di un unico portale non esclude l'esistenza dei singoli blog come si articolano adesso. Si tratterebbe solo di una sorta di vetrina da cui emerga la varietà dei blogo che si occupano di queste tematiche e anche la loro peculiarità.

Giorgia V ha detto...

Non si tratterebbe di un portale ma di un aggregatore, esperienza che per altro già esiste in parte con Femminismi e sarebbe una cosa in più che non annullerebbe nessun@. Inoltre si potrebbe pensare anche alla creazione di un magazine correlato (per garantire pluralità di voci il magazine potrebbe avere penne a rotazione, non so) che porti all'aggregatore più visibilità e soprattutto porti gente anche lontana da questi temi a conoscere problemi e blog di cui prima ignorava l'esistenza (perché l'aggregatore automatico da solo a mio avviso non porterebbe gente ad andarci sopra). Non comprendo quindi la logica partitica in quella che invece sarebbe un'operazione puramente redazionale per costituire insieme un media alternativo a quelli mainstream. Vorrei capire quali altri esempi di pratica partitica vecchia esistano on line simili a questo. Gli esempi a cui penso non esistono e se esistono non appartengono certo a realtà partitiche. :) In ogni caso è solo uno spunto di discussione, non ho al momento alcuna proposta concreta da condividere se non semplici riflessioni in merito.

Giovanna Lombardi ha detto...

Grazie Giorgia.
Mi sembra molto interessante anche l'idea di un magazine che raccolga le nostre voci e permetta ai lettori di trovarci ed essere continuamente aggiornati sul nostro lavoro senza dover continuamente correre avanti e indietro tra un blog e l'altro.