sabato 3 settembre 2011

Aggiornamenti su mantova.com

Il mio post di qualche giorno fa sulla sezione “bellezze” del portale mantova.com ha suscitato scalpore, soprattutto tra i mantovani,  e ho ricevuto numerose mail. La maggior parte condividevano il mio punto di vista e altre, invece, com’è giusto che sia, dissentivano.

Ho trovato grande sostegno da parte dell’Associazione 194 Ragioni per i diritti delle donne Mantova, grazie alla quale ieri è stato pubblicato un interessante articolo su La Voce di Mantova.
Visto che comparivano il mio nome ed estratti del mio post, devo comunque rettificare che non ero io a voler fare la gita a Mantova e ad aver scoperto il portale mantova.com, ma una lettrice del blog Un altro Genere di Comunicazione col quale collaboro da un pò di tempo.

In questi giorni c’è stato un grande scambio di lettere tra le amministrazioni mantovane, il suddetto portale e noi che combattiamo la nostra battaglia per un maggiore rispetto delle donne.

Questo mi ha risposto mantova.com


Gent.ma Sig.ra Giovanna Lombardi,

Riceviamo Vostra comunicazione del 31 agosto riguardante lo spazio “bellezze” inserito nel nostro portale Mantova.com.

Prima di entrare nello specifico della sezione oggetto della segnalazione, desideriamo sottolineare che il nostro è un sito privato, come si evince facilmente dal profilo presente in tutte le pagine. Coinvolgere le istituzioni mantovane prima di una verifica della situazione, ci è sembrato pertanto frettoloso e francamente un po’ superficiale. Comunque,  siamo sempre disponibili ad un confronto aperto in virtù di ragionamenti che di seguito cercheremo di esporre e che peraltro avrebbero potuto essere preventivi. Non si può prescindere, tuttavia, dalla necessità di rispettare tutte le posizioni in campo che, piaccia o no, sono espressione di scelte professionali libere e legittime.

La sezione è nata cinque anni fa dalla richiesta di alcune ragazze mantovane che lavorano nel campo della moda e dello spettacolo, ad essere presenti nel nostro portale con il proprio book, allo scopo di farsi conoscere dagli addetti ai lavori. Per questa ragione le ragazze sono presentate con foto, curriculum, misure e taglie, e le informazioni vengono raccolte in uno spazio collegato a quello prossimo degli “annunci di lavoro”. Gli annunci sono gratuiti. Va da sé quindi che non “si vende nulla” e che citare la “prostituzione” riferita al nostro operato appare altamente offensivo e lesivo della nostra immagine.

Da ultimo, se avrà la cortesia di valutare il nostro portale in toto, Le risulterà facile trovare una varietà di informazioni che non possono e non debbono in alcun modo essere ridotte semplicemente ad una “mercificazione del corpo femminile” come si evince dal Suo scritto. Le informazioni sulla storia, sui monumenti, sugli eventi e sulla cronaca cittadina rappresentano i contenuti prevalenti e maggiormente in evidenza nel portale, dall’home page alle sezioni principali.

Richiamando la necessità di rispettare tutte le posizioni, cogliamo la sollecitazione a rivalutare la presentazione della sezione che, come Lei ci testimonia, si può prestare a fraintendimenti.

Ringraziando per l’attenzione e sempre a Vostra disposizione, porgiamo distinti saluti.


Mantova.com, La Direzione                                                                                                         

Dopo avermi scritto questa lettera, hanno cambiato il titolo della sezione “bellezze” in “fotomodelle mantovane” a hanno accorciato la descrizione della sezione togliendo ogni collegamento con le bellezze della città. Per quanto sia senz’altro più onesto chiamare le cose con il loro nome, tuttavia, la sostanza del problema non cambia. Proprio perchè questo sito non vende niente e non è un sito in cui le modelle cercano lavoro, ci sembra ugualmente inutile vedere queste donne in vetrina. La sezione continua ad avere il solo senso di attrarre l’attenzione sul sito attraverso  l’uso del corpo della donna.
Il problema quindi non è ancora risolto.
Pubblico sotto anche la lettera che la responsabile dell’associazione 194 Ragioni Mantova aveva inviato alla Gazzetta di Mantova pochi giorni fa e che il quotidiano non ha voluto pubblicare. Io, invece, la pubblico e la sottoscrivo.
Ciascuno tragga le proprie considerazioni.   

L’ultima trovata sessista dell’estate questa volta arriva da Mantova.com che pubblicizza la città di Mantova oggettivando il corpo delle donne.
Vorrei dire a chi dirige Mantova.com, che la pubblicità che stanno utilizzando è lesiva della dignità delle donne, e che la nostra meravigliosa città non ha bisogno di corpi oggetto per essere pubblicizzata, Mantova è patrimonio dell’Unesco è ricca di arte e cultura ha una tradizione gastronomica da fare invidia, ha ben altri argomenti da mostrare e da offrire!

L’oggettivazione del corpo e in questo caso femminile è una forma di deumanizzazione che riduce l’individuo a oggetto, strumento, merce. Si parla di oggettivazione sessuale o sessualizzazione per indicare le situazioni in cui il valore di una persona risiede nella sua capacità di attrazione sessuale, a esclusione di altre caratteristiche.
Nella società occidentale, il corpo femminile è spesso ridotto a oggetto sessuale, in cui una parte è sufficiente a indicare l’intera persona, perdendo così la sua integrità psicofisica. Analisi di film, annunci pubblicitari, programmi televisivi, video, giornali e periodici concordano nell’indicare che i corpi femminili sono i soggetti privilegiati dell’oggettivazione.
 
La sessualizzazione dell’immagine femminile comporta serie conseguenze per la vita delle donne. Per spiegare tali conseguenze, Fredrickson e Roberts (1997) hanno proposto la teoria dell’oggettivazione sessuale. Secondo le autrici, l’oggettivazione sessuale si verifica quando, invece di considerare una persona nella sua completezza, ci si concentra sul suo corpo, o su parti di esso, che vengono separati dalla persona, ridotti a meri strumenti a disposizione di altri. L’oggettivazione si esprime in una grande varietà di forme: alle donne vengono richieste pochi atteggiamenti stereotipati, ruoli limitati, corpi e volti identici. Oggettivare significa quindi ridurre le donne a oggetti di consumo, uguali, interscambiabili, privi di individualità.
 
Quando sono oggettivate, le donne sono trattate come corpi disponibili per l’uso e il piacere degli altri. Il mezzo privilegiato di oggettivazione sessuale è lo sguardo oggettivante, che porta le persone a interiorizzare la prospettiva dell’osservatore, vale a dire a trattare se stesse come oggetti da valutare sulla base dell’aspetto fisico
 
In data 3 settembre 2008 è stata approvata dal Parlamento Europeo la risoluzione n. 2038 relativa all'impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra donne euomini (2008/2038(INI));
A Mantova facendo proprie le argomentazioni della risoluzione Europea, il Consiglio Provinciale ha approvato nella seduta del 30/04/2010 con delibera n.17. un ordine del giorno sul tema “dell’impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra donne e uomini” . L’ODG è stato inoltre inviato a tutti i comuni della Provincia.
 
Nella risoluzione di cui sopra si indica come le politiche per la parità di genere devono essere finalizzate ad evitare che le persone a qualunque età subiscano continuamente, ed anche involontariamente, l'esposizione continuata a messaggi oggettificanti, è inoltre particolarmente importante che la pubblicità sui media sia disciplinata da norme etiche e/o norme giuridiche vincolanti che proibiscano la pubblicità che presenti stereotipi di genere o che inciti al sessismo e alla violenza.
Credo che Mantova.com debba prendere seriamente l’ordine del giorno della provincia e rimuovere la pubblicità sessista, che risulta offensiva per Mantova le sue cittadine.

Claudia Forini



2 commenti:

Anonimo ha detto...

Signora Giovanna, lei ha molte ragioni. Quello che non può cogliere, non vivendo a Mantova, sono i contorni e i contenitori in cui si collocano le denunce: la Voce di Mantova, che giorni fa sbatteva in prima pagina una foto di gruppo di ragazze immortalate nel lato b ed un titolo "Estate,colpo di coda a base di...culetti" ma anche la Gazzetta di Mantova che nel suo sito ha un concorso di bellezza on line e invita a votare le candidate. Stando dove sta, non può cogliere l'ipocrisia generale che accompagna il tema qui da noi. Una mamma

Giovanna Lombardi ha detto...

La ringrazio per la sua osservazione, ma l'ipocrisia a cui lei fa riferimento la colgo, eccome! E non appartiene solo ai quotidiani che lei ha citato ma anche a quelli nazionali come Repubblica e il Corriere della Sera. A riguardo le segnalo l'iniziativa "Cara Repubblica.it per un'ora quanto" che era stata lanciata qualche settimana fa dalle responsabili di "Vita da streghe", "Donne pensanti" e "Un altro genere di comunicazione". Prossimamente me ne occuperò anche io su questo blog.