lunedì 26 settembre 2011

Marianna e Nina parzialmente libere


Dopo 13 giorni di incomprensibile detenzione, giovedì scorso le due attiviste No TAV Marianna e Nina sono state liberate e si trovano adesso agli arresti domiciliari.

Le migliaia di persone in marcia alla fiaccolata di Chiomonte, i tanti messaggi di solidarietà e gli appelli per la liberazione che si sono susseguiti nelle scorse settimane sono la prova tangibile che il movimento No TAV non si fa intimidire e non smette di far sentire la sua voce.
Di seguito una poesia scritta in carcere da Marianna e il link dell’intervista che Nina ha rilasciato a Radio blackout in cui conferma che le sono arrivate in questi giorni numerose lettere e telegrammi di solidarietà dall’Italia e dall’estero.    

a chiunque.

e io?
mi ritrovo nella normalità dell'essere ventenne, sperimentando la vita.
né anarchica, né pacifista.
solo pacificamente alla ricerca di me stessa.
molto preoccupata per i miei sogni.
molto infastidita da questo gelido e assurdo progresso.
molto indignata ad osservare i giochi politici.
ancora illusa dell'esistenza di giustizia.
nata a Rovereto, però cresciuta in canavese, in un paesino di 1200 anime in una realtà rurale e leggermente bigotta come l'ambiente del liceo della zona che ho frequentato.
riesco a riconoscere gli alberi, ma non i modelli d'auto.
in quarta superiore vinco una borsa di studio e parto per l'india per un anno. semplicemente per curiosità ed entusiasmo per la scoperta di qualcosa di nuovo di diverso.
dopo il liceo riparto con uno zaino, viaggio per Spagna e Francia, poi decido di tornare e stabilirmi a Torino.
lavoro, vivo, esploro nella città. mi creo la mia indipendenza.
intanto sogno di essere ostetrica.
i sogni non piacciono, non oltrepasso il numero chiuso.
ora farò agraria: foreste e boschi.
e intanto mi guardo attorno, vivo, provo ad esprimermi, riconfermo la mia libertà.
metto in atto una goffa e autentica rivolta individuale: non un semplice stare, ma una appassionata ricerca di umanità.
un po’ incosciente, come ogni giovane ha diritto di essere.

un po’ sfortunata, come ogni giovane non dovrebbe essere.
e ora amarezza.
si ricompone il puzzle, si rivedono immagini...
e non mi sento più umana. ma un oggetto, un mezzo.

eppure non perdo la dignità.
non voglio filosofeggiare.
non eroina, non martire.
resto.
resto umana.
e voi non lasciatevi intimidire.
non abbiate paura.
se avete qualcosa da dire, ditela. se poi vi tocca dirla urlando, si vede che ne vale la pena.
é tempo di resistere, è tempo di lottare!
grazie per la solidarietà e la vicinanza di chi ci ha scritto o ci ha pensato nel periodo in carcere..

'a sara dùra
con amore...

marianna

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