A 50 anni esatti dalla sua nascita, Amnesty International ha
dedicato la terza edizione del concorso “Walk on Rights” proprio alle donne,
con il tema “Diritti umani per tutte le donne”. La vincitrice nella categoria
disegno/fumetto è stata Valeria Russo, nome d’arte Val, con la sua vignetta “Gioco
di donna”. Da tempo Val è impegnata nella sensibilizzazione verso l’innalzamento
della consapevolezza sulle tematiche di genere, soprattutto con la sua serie “Signorine”,
che troviamo sul suo sito (www.valgraphicart.blogspot.com).
Questa è l’intervista che Val ha rilasciato al
mio blog.
GL: Quando e perché hai cominciato a disegnare la
serie di vignette "Signorine"?
VAL: Ho cominciato nel Dicembre del 2010 grazie alla tavoletta grafica regalatami dal mio Santo fratello maggiore (ormai stanco di vedere chili di carta consumata dai miei attacchi di vignettismo).
Le Signorine
sono nate per purissimo caso, proprio dopo poco il suo regalo. Non sapevo
proprio cosa disegnare così mi è venuto in mente di disegnare e pubblicare il
mio soggetto preferito: le signore perbene.
Adoro le
donne dall'aspetto alto borghese, capelli raccolti e giro di perle che poi
tirano fuori ciniche frasi ad effetto, esistono davvero e mi hanno sempre fatto
ridere.
Quindi ho
deciso di disegnare sfruttando quelle che di solito sono mie o altrui battute
al vetriolo per dar loro vita e parola.
Si chiamano
così anche in onore dei tanti nomignoli e vezzeggiativi usati per descrivere il
ciclo mestruale: “le Signorine stanno arrivando” oppure “Oggi sono venute a
trovarmi le zie” sono solo alcune delle frasi cretine che sento ancora dire da
donne adulte e vaccinate per evitare di dire apertamente "Ho il
ciclo".
GL: Hai disegnato anche la vignetta della
campagna CHIEDIAMO COERENZA per quanto riguarda la protesta contro gli
stereotipi di genere. Che campagna è e
quale obiettivo ha?
VAL: L’iniziativa CHIEDIAMO COERENZA è frutto della mente di Giorgia Vezzoli ed è legata alla campagna IO NON CI STO. Disegnai per caso una vignetta contro l’atteggiamento contraddittorio di un quotidiano online come Repubblica.it e lei se ne innamorò subito perché proprio in quel periodo stava portando avanti una campagna dedicata a questo neo dei media italiani. Il sunto della campagna CHIEDIAMO COERENZA è questo: se da una parte quotidiani come Repubblica e L’Unità additano giustamente il Premier per il suo pessimo atteggiamento nei confronti delle donne, dall’altra essi si comportano proprio come chi calpesta la loro dignità, continuando a pubblicare immagini di corpi di donne, fotogallery inutili, video terrificanti con altrettanto squallide didascalie. Gli scandali sessuali sono anche il prodotto di una sottocultura diffusa negli ultimi anni proprio dai media, che hanno basato una parte considerevole dei loro contenuti sull’esibizione di corpi di donne. Con Giorgia Vezzoli e altre donne sensibili al problema abbiamo cominciato una class action su facebook, in cui chiediamo, appunto, coerenza a chi fa informazione.
VAL: Decisamente sì.
Da anni seguo in rete iniziative legate
alla lotta contro le discriminazione sessuali, per lo più legate alla musica e
allo spettacolo: da ragazzina scrissi una fanzine contro il sessismo nella
Musica Punk e Rock che si professava antifascista ma...solo in apparenza.
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