Solo 5 mesi fa stavo pensando di trasferirmi all’estero.
Londra, Barcellona, persino la fredda Stoccolma, sarebbero state la città giusta in cui
ricominciare… Poi la manifestazione “Se
non ora quando” di febbraio mi ha fatto venire la voglia di aprire questo blog e
di fare una scommessa: mi prendo un anno di tempo,mi sono detta, se cambia
qualcosa bene, altrimenti me ne vado sul serio.
Ecco, dopo la vittoria alle amministrative di sindaci come
De Magistris e Pisapia, e dopo questo trionfo del referendum, penso che cambiare
l’Italia sia davvero possibile e che forse è proprio il caso di rimanere qua e
rimboccarsi le maniche per ricostruire un paese nuovo sulle macerie che decenni
di malgoverno e diseducazione hanno prodotto.
La vittoria del referendum è la vittoria della gente comune,
non dei partiti, non dei politici. Per la prima volta in Italia la gente si è
alzata in piedi e si è mobilitata in modo autonomo, determinato e creativo, facendo
passare la voce su quanto stava succedendo e sulla necessità di pronunciarsi
per cambiare le cose. A dispetto dei media che hanno continuato ad arrovellarsi
solo su questioni politiche e, spesso, a fare persino disinformazione, sono
stati i comitati di cittadini a raccogliere le firme per arrivare al referendum
(1 milione e 400.000 firme ad esempio per i quesiti sull’acqua! Più di 25.000
firme in soli due mesi per i quesiti ambientali a Milano) e sono stati sempre gruppi
di cittadini a sensibilizzare le persone per farle andare a votare.
Anche la Rete ha svolto un ruolo fondamentale: le nuove
rivoluzioni partiranno proprio da qui, dal web, da nuove parole e nuove idee
che circoleranno veloci e smuoveranno le montagne.
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