Da due settimane è in mostra a Milano la
prima fase del lavoro fotografico di guerrilla art di Lara Zivago (alla
Cooperativa la Liberazione fino al 5 agosto).
L’iniziativa è partita circa un mese fa dal
suo blog Totem Girl sul quale Lara aveva promosso un’azione di guerrilla art
collettiva contro le pubblicità che offendono le donne. “STAMPA, ATTACCA,PROPAGA” era lo slogan dell’iniziativa che consisteva nell’attaccare adesivi
sui cartelloni pubblicitari con messaggi simili a quelli che leggiamo sui
pacchetti delle sigarette.
L’obiettivo era divulgare attraverso i cartelloni
stessi “quali
sono le conseguenze derivanti dalla continua sovra-esposizione di modelli
femminili stereotipati e sessualizzati. Varie ricerche confermano che guardare
questo tipo di pubblicità a lungo termine (e noi ne siamo sovraesposti da
anni!), può causare disturbi psicologici, anche gravi.“
La mostra
fotografica di Milano costituisce solo il primo step di questo interessante
lavoro di sensibilizzazione “sul campo” , cioè per le strade delle nostre
città. Chiunque dal sito può scaricare le etichette con scritte come "Questa immagine danneggia gravemente la tua
autostima", "La visione si questa immagine causa insoddisfazione per
il tuo corpo", "Questa immagine induce a vedere la donna come un
oggetto", "Questa immagine può limitare il tuo ruolo nella
società" e attaccarle sul cartellone che lo disturba.
In questi giorni ho incontrato Lara Zivago e le ho fatto una
piccola intervista per il mio blog.
GL: Quando e come ti è venuta l’idea
di promuovere azioni di guerrilla art collettiva sui manifesti pubblicitari che
offendono le donne?
LARA: Da un anno ho un blog sull'immagine della
donna nella pubblicità che si chiama totem girl. Per illustrare un post (sull'ultimo libro di
Chiara Volpato, Deumanizzazione) ho
chiesto aiuto a un'amica grafica e parlandone con lei è nata l'idea di farci un
flash mob.
GL: Che caratteristiche hanno i
manifesti pubblicitari in questione?
LARA: Li vediamo tutti i giorni, più volte al
giorno, i cartelloni pubblicitari sono ovunque, non possiamo evitarli. La
maggior parte delle affissioni ha come soggetto principale i corpi femminili sempre
perfetti, con forme e volti identici; schiere di donne da sesso, seduttive e
accondiscendenti. La presenza pervasiva dei cartelloni ha colonizzato il nostro
immaginario al punto da indurci al confronto e all'identificazione con questi
modelli confondendoci su quali sono i nostri reali desideri e bisogni. Anche la
nostra salute ne risente: è dimostrato scientificamente che l'esposizione
continua a immagini stereotipate e sessualizzate di corpi femminili a lungo
termine può causare disturbi psicologici, anche gravi.
GL: Quali sono i messaggi che proponi
di attaccare su questi manifesti?
LARA: I messaggi sono liberamente ispirati al libro
di Chiara Volpato (professore di psicologia sociale all'Università degli Studi
di Milano-Bicocca), hanno quindi una connotazione psicologica. A settembre
vorrei ampliare il progetto creando una piattaforma a sé, dove di volta in
volta lanciare delle iniziative di guerrilla art collettiva che portino
l'attenzione sul problema delle pubblicità.
GL: Qual è il peggiore che hai visto?
LARA: La maggior parte dei manifesti pubblicitari
diffondono messaggi sessisti. Il peggiore finora è stato quello di Silvian
Heach, dove la ragazza aveva la gonna alzata e il fondoschiena nudo. in
quell'occasione ho lanciato sul blog una mail bombing allo IAP (Istituto
dell'Autodisciplina Pubblicitaria). Ho constatato che purtroppo lo IAP,
contrariamente alle aspettative, non è uno strumento efficace. C'è quindi
bisogno di trovare azioni di protesta più efficaci.
GL: Perché il tuo blog si chiama
Totem Girl?
LARA: Il termine “totem” è usato per definire i
cartelloni pubblicitari, per la loro forma che ricorda i totem religiosi,
mentre il termine “girl” l’ho scelto perché le ragazze sono il soggetto
privilegiato ritratto nelle pubblicità.
GL: Che riscontro ha avuto la tua iniziativa?
Quante donne l’hanno sostenuta?
LARA: L'iniziativa è andata benissimo, al di sopra
delle mie aspettative. Ho ricevuto circa 3000 visite al blog. Vari siti hanno
ripreso e diffuso l'iniziativa. Su face
book circa 200 persone hanno aderito all'evento e a Napoli si è costituito un
gruppo parallelo di altre cento persone. il problema evidentemente è sentito...
GL: Ti ha visto qualcuno mentre
attaccavi le scritte in questione? Che reazione ha avuto?
LARA: Sì, mi hanno vista in molti mentre attaccavo
gli adesivi. Una ragazza in metropolitana si è fermata e mi ha detto
"brava!". Un ragazzo alla fermata del tram, incuriosito, mi ha
chiesto cosa stessi facendo. Alcuni conoscenti insospettabili si sono offerti
di aiutarmi.
GL: Com’è nata l’idea della mostra?
LARA: L'idea della mostra è nata su consiglio di
un'amica. All'inizio non è stato facile prendere la decisione, superare le
resistenze... Poi improvvisamente è venuto tutto con la massima semplicità e
naturalezza.
GL: Pensi che in Italia qualcosa stia
cambiando per le donne?
LARA: Sì, penso sia un momento molto positivo e la
rete in questo ha un ruolo fondamentale: crea occasioni, coinvolgimento, si
possono condividere progetti, idee, riflessioni, ci si mette in gioco.
Nessun commento:
Posta un commento