sabato 30 luglio 2011

Guerrilla art in mostra a Milano


Da due settimane è in mostra a Milano la prima fase del lavoro fotografico di guerrilla art di Lara Zivago (alla Cooperativa la Liberazione fino al 5 agosto).  
L’iniziativa è partita circa un mese fa dal suo blog Totem Girl sul quale Lara aveva promosso un’azione di guerrilla art collettiva contro le pubblicità che offendono le donne. “STAMPA, ATTACCA,PROPAGA” era lo slogan dell’iniziativa che consisteva nell’attaccare adesivi sui cartelloni pubblicitari con messaggi simili a quelli che leggiamo sui pacchetti delle sigarette. 

L’obiettivo era divulgare attraverso i cartelloni stessi quali sono le conseguenze derivanti dalla continua sovra-esposizione di modelli femminili stereotipati e sessualizzati. Varie ricerche confermano che guardare questo tipo di pubblicità a lungo termine (e noi ne siamo sovraesposti da anni!), può causare disturbi psicologici, anche gravi.

La mostra fotografica di Milano costituisce solo il primo step di questo interessante lavoro di sensibilizzazione “sul campo” , cioè per le strade delle nostre città. Chiunque dal sito può scaricare le etichette con scritte come "Questa immagine danneggia gravemente la tua autostima", "La visione si questa immagine causa insoddisfazione per il tuo corpo", "Questa immagine induce a vedere la donna come un oggetto", "Questa immagine può limitare il tuo ruolo nella società" e attaccarle sul cartellone che lo disturba.

In questi giorni ho incontrato Lara Zivago e le ho fatto una piccola intervista per il mio blog.

GL: Quando e come ti è venuta l’idea di promuovere azioni di guerrilla art collettiva sui manifesti pubblicitari che offendono le donne?

LARA:  Da un anno ho un blog sull'immagine della donna nella pubblicità che si chiama totem girl.  Per illustrare un post (sull'ultimo libro di Chiara Volpato, Deumanizzazione) ho chiesto aiuto a un'amica grafica e parlandone con lei è nata l'idea di farci un flash mob.

GL: Che caratteristiche hanno i manifesti pubblicitari in questione?

LARA:  Li vediamo tutti i giorni, più volte al giorno, i cartelloni pubblicitari sono ovunque, non possiamo evitarli. La maggior parte delle affissioni ha come soggetto principale i corpi femminili sempre perfetti, con forme e volti identici; schiere di donne da sesso, seduttive e accondiscendenti. La presenza pervasiva dei cartelloni ha colonizzato il nostro immaginario al punto da indurci al confronto e all'identificazione con questi modelli confondendoci su quali sono i nostri reali desideri e bisogni. Anche la nostra salute ne risente: è dimostrato scientificamente che l'esposizione continua a immagini stereotipate e sessualizzate di corpi femminili a lungo termine può causare disturbi psicologici, anche gravi.

GL: Quali sono i messaggi che proponi di attaccare su questi manifesti?

LARA:  I messaggi sono liberamente ispirati al libro di Chiara Volpato (professore di psicologia sociale all'Università degli Studi di Milano-Bicocca), hanno quindi una connotazione psicologica. A settembre vorrei ampliare il progetto creando una piattaforma a sé, dove di volta in volta lanciare delle iniziative di guerrilla art collettiva che portino l'attenzione sul problema delle pubblicità. 

GL: Qual è il peggiore che hai visto?

LARA:  La maggior parte dei manifesti pubblicitari diffondono messaggi sessisti. Il peggiore finora è stato quello di Silvian Heach, dove la ragazza aveva la gonna alzata e il fondoschiena nudo. in quell'occasione ho lanciato sul blog una mail bombing allo IAP (Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria). Ho constatato che purtroppo lo IAP, contrariamente alle aspettative, non è uno strumento efficace. C'è quindi bisogno di trovare azioni di protesta più efficaci.

GL: Perché il tuo blog si chiama Totem Girl?

LARA:  Il termine “totem” è usato per definire i cartelloni pubblicitari, per la loro forma che ricorda i totem religiosi, mentre il termine “girl” l’ho scelto perché le ragazze sono il soggetto privilegiato ritratto nelle pubblicità.

GL: Che riscontro ha avuto la tua iniziativa? Quante donne l’hanno sostenuta?

LARA:  L'iniziativa è andata benissimo, al di sopra delle mie aspettative. Ho ricevuto circa 3000 visite al blog. Vari siti hanno ripreso e diffuso l'iniziativa.  Su face book circa 200 persone hanno aderito all'evento e a Napoli si è costituito un gruppo parallelo di altre cento persone. il problema evidentemente è sentito...

GL: Ti ha visto qualcuno mentre attaccavi le scritte in questione? Che reazione ha avuto?

LARA:  Sì, mi hanno vista in molti mentre attaccavo gli adesivi. Una ragazza in metropolitana si è fermata e mi ha detto "brava!". Un ragazzo alla fermata del tram, incuriosito, mi ha chiesto cosa stessi facendo. Alcuni conoscenti insospettabili si sono offerti di aiutarmi.

GL: Com’è nata l’idea della mostra?

LARA:  L'idea della mostra è nata su consiglio di un'amica. All'inizio non è stato facile prendere la decisione, superare le resistenze... Poi improvvisamente è venuto tutto con la massima semplicità e naturalezza. 

GL: Pensi che in Italia qualcosa stia cambiando per le donne?

LARA:  Sì, penso sia un momento molto positivo e la rete in questo ha un ruolo fondamentale: crea occasioni, coinvolgimento, si possono condividere progetti, idee, riflessioni, ci si mette in gioco.









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