martedì 5 luglio 2011

Donne che parlano agli uomini, dalla Tav al teatro Valle



Sono stata via una decina di giorni, e al mio ritorno mi sembra di aver trovato un' Italia un po’ meno democratica di quando sono partita! Dopo gli entusiasmi delle ultime elezioni amministrative e del referendum, di nuovo l’opinione dei cittadini sembra non contare nulla. Di nuovo la politica e lo stato cercano di imbavagliarci e persino percuoterci, se necessario.

Mi riferisco agli scontri avvenuti durante la manifestazione No Tav  in Val di Susa domenica 3 luglio, quando 70000 persone hanno manifestato pacificamente contro la costruzione della nuova linea ferroviaria Torino-Lione e poche centinaia di black block hanno scatenato quella furia tra i poliziotti che già abbiamo conosciuto con i fatti di Genova del 2001. Sconvolgente è ad esempio il racconto di un ragazzo, Fabiano di Berardino, che, ferito gravemente da più poliziotti, ha continuato a ricevere colpi, insulti e sputi persino quando era steso sulla barella e proprio mentre era sulla barella un poliziotto gli ha rotto il naso urlandogli che lo avrebbe ammazzato. Politici e mezzi di informazione hanno condannato gli eccessi violenti dei black block e hanno elevato i poliziotti ad eroi, facendo passare in secondo piano le ragioni che hanno portato ben 70000 persone a manifestare (a tal proposito linko questa lettera che nessun giornale pubblicherà ma che forse chiarisce un po’ le idee).  Ma tra le voci dei cittadini e i numerosi video che circolano su youtube, mi ha colpita quella ragionevole e coraggiosa di una donna che il giorno dopo gli scontri ha parlato ad alcune decine di poliziotti ancora in assetto di guerra cercando di far appello alla loro sensibilità, chiedendo loro di informarsi sulle ragioni dei cittadini e facendo notare quanto non abbia avuto senso usare i gas lacrimogeni e i manganelli contro famiglie con donne e anziani che manifestavano pacificamente …   

La stessa atmosfera di imbavagliamento, tuttavia, si respira a molti chilometri di distanza, a Roma, dove, durante un incontro al quale era presente Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, questi ha esordito paragonando ai black block della Val di Susa i numerosi artisti e comuni cittadini che da mesi occupano pacificamente lo storico teatro Valle, rifiutando che esso venga trasformato in un casinò. Quando l’attrice Sabina Guzzanti si è alzata in piedi per esporre le ragioni dei residenti della zona contro la costruzione del casinò, Capezzone non l’ha lasciata parlare, incalzandola inizialmente con parole a vuoto e successivamente con insulti rivolti a una sua (di Sabina!) mancanza di democrazia, quando è stato proprio lui a impedirle di parlare!

Sabina Guzzanti e la sconosciuta antiTav hanno provato ad usare il dialogo, contro quella violenza verbale e fisica che questi uomini hanno mostrato. Ma, al di là di queste riflessioni, mi chiedo, è questa l’Italia che vogliamo?





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